Lamezia Terme: dall’uscita dal pre-dissesto allo scioglimento per mafia!!!

Il Comune di Lamezia Terme è passato in poco tempo dagli elogi del Sole 24 ore, per la possibile uscita dalla procedura di predissesto, al probabile scioglimento per mafia.
L’ultimo scioglimento risale al 2002, Sindaco dell’epoca Pasqualino Scaramuzzino: i 18 mesi di governo dei Commissari (prorogabili a 24) finirono per essere 34. Quasi tre anni in cui si è provveduto solo a pagare le spese correnti (pochi investimenti) per lasciare un Comune con i conti in ordine.



Dal 2005 i lametini hanno scelto, per ben due volte, di essere governati da Gianni Speranza, l’amministratore che in 10 anni ha svuotato le casse comunali e indebitato i cittadini e i loro figli per un bel po’ di anni a venire.
Tuttavia Lamezia Terme usufruisce della soluzione soft architettata per i default comunali: il predissesto. 
«In sostanza l’obiettivo della procedura è aumentare le entrate dei Comuni e diminuire le spese: ecco perché solitamente gli enti che scelgono questa opzione vedono impennare la pressione fiscale e talvolta tagliare i propri servizi».
Ma come ci siamo arrivati ? Occorre ricordare che in 10 anni i soldi hanno intrapreso vie ancora più sconosciute dei motivi per i quali sono stati utilizzati.
È vero che si è terminato un pezzo del lungo mare Falcone Borsellino, il Parco 25 Aprile, il Peppino Impastato, la restaurazione di Palazzo Nicotera, la riqualificazione di via/Piazza San Giovanni e via Pasquale Celli. Ma come non ricordare l’affare dell’acquisto del Teatro Grandinetti oppure del Bastione di Malta? E che dire della riqualificazione di Piazza d’armi e Piazza Santa Maria Maggiore? Lavori e investimenti tutt’altro che apprezzati dai lametini.
Tra i soldi spesi per regalie ci sono anche quelli per la redazione del Piano Energetico Comunale: per 6 anni, dal 2006 al 2011, è stato nominato l’Energy Manager del Comune che, oltre a promuovere l’uso razionale dell’energia, avrebbe dovuto anche redarre il Piano Energetico Comunale, Piano che a Lamezia T. non ha mai visto la luce pur essendo stato abbondantemente pagato (vedi determine n.1567 del 30/11/2006, n.1662 del 29/11/2007 n. 1823 del 3/11/2009 n. 1596 del 28/10/2011). E dire che ogni anno l’Energy Manager si avvaleva anche di un collaboratore prontamente nominato e pagato sempre dall’Amministrazione (vedi determine n.117 del29/11/2006 n.1867 del 9/11/2009 …).
Ma al peggio non c’è mai fine e tante altre cose sono state architettate fino agli ultimi mesi del mandato Speranza e recentemente il Sindaco Mascaro ne ha svelato alcune, rendendo pubblico ciò che ha scritto nella memoria inviata alla commissione d’accesso e che per due anni ha taciuto solo perché non amante delle polemiche.
Riportiamo alcuni punti sui quali si attende risposta anche dalle autorità competenti:

  • delibera di Giunta, poco prima delle elezioni comunali, con la quale il 25/05/15 viene modificato da onerosa a gratuita la concessione in favore di privati di un vasto terreno per 90 anni;
  • la scomparsa dal bilancio dei residui passivi di un debito idropotabile di oltre 14 milioni di euro;
  • la mancata esecuzione sin dal 2008 della sentenza contro 5 ex amministratori, tra cui Costantino Fittante, Gianni Dattilo e Fernando Miletta, condannati dal Tribunale di Lamezia a restituire i rimborsi incassati;
  • l’assegnazione, sempre poco prima delle elezioni comunali, di ben 6 beni immobili senza bando di cui 2 addirittura tra il primo turno e il ballottaggio;
  • il mancato adeguamento, obbligatorio per legge, sin dal 2003 degli oneri di urbanizzazione.



Queste sono alcune delle cose a cui ha posto rimedio l’amministrazione Mascaro: 
«la commissione voleva sapere [..] ed io ho dovuto evidenziare degli atti e dei comportamenti che sono serviti a ripristinare degli atti di legalità violata».

Mascaro, tra l’altro, è anche intervenuto per eliminare quel silenzio-assenzo che avrebbe permesso di realizzare degli impianti a biomassa lungo via del progresso e ha anche approvato la delibera di applicazione della strategia Rifiuti Zero, strategia ideata dal professore americano Paul Connett, venuto in città e ignorato dalla Politica locale per ben due volte, anche se non tutti i bidoni sono stati tolti e i lametini si ostinano ad utilizzare quei pochi rimasti anziché differenziare (l’inciviltà dipende soprattutto da NOI LAMETINI in questo caso e non dal Sindaco). 

Così il Sole 24 Ore ha pubblicato un articolo di elogio sulla buona amministrazione del Comune uscente dal predissesto: 
«la prematura uscita dagli obblighi imposti dalla disciplina specifica, (…), offrirebbe facilitazioni notevoli alle collettività, prima fra tutte quella di abbassare le aliquote tributarie e le tariffe da mantenersi altrimenti ai livelli massimi. (…) Un percorso che potrebbe essere frequentato «in via sperimentale», per esempio, dal Comune di Lamezia Terme, ove (…) si sono concretizzati a oggi i presupposti di equilibrio di bilancio e, quindi, di inutilità della persistenza della procedura di riequilibrio. Una occasione buona per restituire al Comune la normalità gestionale (…) a dimostrazione che allorquando si realizzino politiche locali attente diventa più facile conseguire risultati ottimali. Fonte: Il Sole 24 Ore del 05/10/2017Ettore Jorio».
La luce alla fine del tunnel è stata però offuscata da media e giornali che parlano di uno scontato scioglimento per mafia. Mafia che avrebbe curato i propri interessi tramite eletti… ma non facevano parte dell’opposizione? E non si sono dimessi? Gli interessi mafiosi potrebbero essere allora nel PSC ? Ma la versione Mascaro non è più fedele a quella di Crocioni, il Professionista lautamente pagato da Speranza?
È il sociologo Vittorio Mete a scoprire nei suoi studi un singolare aspetto: gli scioglimenti, ci parlano certamente della mafia, ma ci parlano, anche, di come funzionano lo Stato e l'apparato dell'antimafia. E di come lo strumento sia al contempo strumento di contrasto alla mafia e strumento di lotta politica. Gli scioglimenti, infatti, dovrebbero rispondere a una sola logica: se le mafie condizionano o minacciano di condizionare un comune l'amministrazione comunale va sciolta. In caso contrario, no.

Certo è che per 10 anni si è potuto agire indisturbati investendo in opere pubbliche e distribuendo incarichi a gogò fino ad arrivare al predissesto. 

Commenti

  1. Il guaio è che quando c'è il rischio di scioglimento la macchina amministrativa va in stanby.

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