chi vede i difetti degli altri senza rendersi conto dei propri.
Dopo che il lavoro è stato svolto da magistratura e forze dell’ordine tutti si ergono indignati a commentare e a scrivere. Il “dopo facile” della maggior parte dei politicanti e aspiranti tali. Si chiedono dimissioni a manetta: tutti capaci di risolvere i problemi da dietro uno schermo ma inadeguati a procedere poi alla resa dei fatti. Troppo facile.
Eppure sappiamo bene che fine fanno gli Italiani capaci: vanno fuori e quelli che restano sono “fuori” da determinati schemi che si presentano anche nel “nuovo”. La storia “Uno vale Uno” è una chimera. Si possono avere capacità, competenze, intuito ma se il “gruppetto” deve restare fedele a se stesso e ai pupilli che ne devono far parte “l’uno vale uno” fa la fine che realizzano la maggior parte delle persone che non chinano il capo: vanno via. Gli incapaci ma “bravi ragazzi” restano.
Dirigenti e politici calabresi hanno manipolato un bando pubblico per favorire figli, parenti, amici e amici di amici a scapito dei giovani onesti aventi unicamente CAPACITÀ e nessuna maniglietta. Solo dopo gli arresti attivisti, sindacalisti, giornalisti, politicanti ex e nuovi si sono risvegliati dal letargo, eppure il bando pubblico per favorire figli, parenti, amici e amici di amici è stato per anni sotto gli occhi di tutti e chissà quanti hanno partecipato. Ma “il cadere sempre dal pero” è politichese assodato oramai.
Ed ora tutti a chiedere dimissioni perché loro sì sanno come risolvere i problemi: il clientelismo sparirà con le “nuove” solite facce da testata giornalistica e tv. Nuove elezioni salveranno la terza città della Calabria salvadanaio un po’ di destra un po’ di sinistra un po’ delle stelle alla quale tutti tengono “col cuore”.
Dopo che il lavoro è stato svolto da magistratura e forze dell’ordine tutti si ergono indignati a commentare e a scrivere. Il “dopo facile” della maggior parte dei politicanti e aspiranti tali. Si chiedono dimissioni a manetta: tutti capaci di risolvere i problemi da dietro uno schermo ma inadeguati a procedere poi alla resa dei fatti. Troppo facile.
Eppure sappiamo bene che fine fanno gli Italiani capaci: vanno fuori e quelli che restano sono “fuori” da determinati schemi che si presentano anche nel “nuovo”. La storia “Uno vale Uno” è una chimera. Si possono avere capacità, competenze, intuito ma se il “gruppetto” deve restare fedele a se stesso e ai pupilli che ne devono far parte “l’uno vale uno” fa la fine che realizzano la maggior parte delle persone che non chinano il capo: vanno via. Gli incapaci ma “bravi ragazzi” restano.
Dirigenti e politici calabresi hanno manipolato un bando pubblico per favorire figli, parenti, amici e amici di amici a scapito dei giovani onesti aventi unicamente CAPACITÀ e nessuna maniglietta. Solo dopo gli arresti attivisti, sindacalisti, giornalisti, politicanti ex e nuovi si sono risvegliati dal letargo, eppure il bando pubblico per favorire figli, parenti, amici e amici di amici è stato per anni sotto gli occhi di tutti e chissà quanti hanno partecipato. Ma “il cadere sempre dal pero” è politichese assodato oramai.
Ed ora tutti a chiedere dimissioni perché loro sì sanno come risolvere i problemi: il clientelismo sparirà con le “nuove” solite facce da testata giornalistica e tv. Nuove elezioni salveranno la terza città della Calabria salvadanaio un po’ di destra un po’ di sinistra un po’ delle stelle alla quale tutti tengono “col cuore”.
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