«Il
MoVimento 5 Stelle è una rivoluzione. E una rivoluzione deve andare fino in
fondo, non può essere a metà, perché le rivoluzioni a metà sono peggio dei
partiti politici».
Prendiamo
spunto dal recente post di Roberto Fico sul suo profilo facebook per intraprendere
la riflessione sulla necessità che il M5S continui a capovolgere la concezione
della politica.
Oggi la politica è vista, usando le parole di
Patrick Jake O’Rourke, come l’arte di ottenere potere e privilegio senza averne
il merito. I politici sono i nobili della nostra società, godono di una serie
infinita di privilegi che noi poveri mortali neanche immaginiamo. I prescelti lavorano duramente per tre giorni
alla settimana, spetta loro lo stipendio, il rimborso di quanto spendono per
soggiornare a Roma, i rimborsi forfettari per mantenere i «rapporti» con il
proprio collegio elettorale, una tessera per viaggiare gratis, l’assistenza
sanitaria integrativa, mutui agevolati, sconti ad hoc per l’acquisto di
telefonini, auto ecc. ecc. ecc… Da sempre accettiamo questo; ora la crisi ha
reso insopportabili ed insostenibili questi privilegi. L’Italia
versa in crisi economica, ormai, da più di dieci anni. Intere generazioni sono
scappate all’estero come la maggior parte delle imprese, i giovani non vanno
più all’università e ci sono sette milioni di persone che vivono in conclamate
condizioni di povertà.
La
politica del MoVimento 5 Stelle è fatta dai cittadini, al servizio dei
cittadini e gli eletti sono cittadini nelle istituzioni. Il programma con cui
il M5S ha fatto il BOOM (a sorpresa) nell’elezioni politiche del 2013 prevede:
- Riduzione a due mandati per i parlamentari e per qualunque altra carica pubblica.
- Eliminazione di ogni privilegio particolare per i parlamentari, tra questi il diritto alla pensione dopo due anni e mezzo.
- Divieto per i parlamentari di esercitare un'altra professione durante il mandato.
- Stipendio parlamentare allineato alla media degli stipendi nazionali.
Il
M5S rinuncia ai rimborsi elettorali e tutti i candidati del M5S a suo tempo hanno
dovuto sottoscrivere un codice di comportamento che gli ha imposto il
dimezzamento dell’indennità (lo stipendio parlamentare). Così oggi paghiamo
60mila euro lorde all’anno per un cittadino nelle istituzioni come Luigi Di
Maio mentre continuiamo a pagare 125mila euro lorde per un eletto di un partito
qualsiasi (tipo Antonio Razzi).
I
privilegi però non sono stati eliminati dal M5S, nulla è detto nel codice di
comportamento in relazione all’abuso degli stessi. Nessun limite all’utilizzo
dei rimborsi: oltre 9 mila euro mensili che si aggiungono ai privilegi e allo
stipendio netto (più di 3mila euro) dei nostri cittadini nelle istituzioni. Spulciando
i dati della rendicontazione dell’anno 2015 dei due M5S protagonisti del pezzo Indovina
chi? scopriamo che la cittadina nelle istituzioni Paola Nugnes ha
restituito il 21,21% dei rimborsi ricevuti ossia 24.722,65 euro mentre il collega appena l’1%
cioè 1.027, 51 euro. Oltre 23 mila euro di differenza. Il sostegno per l’inclusione attiva (Sia), la
misura sperimentata dal Governo contro la povertà, ha comportato nel 2014 l'erogazione
di un beneficio economico medio mensile di 334 euro alle famiglie in condizioni
economiche disagiate (circa 4.000 euro in un anno). Se 334 euro sono un “beneficio economico”, 12 mila euro al mese per esercitare il
mandato sono quasi 36 “benefici”. Così dura è la vita del politico tanto da
giustificare i privilegi e i benefit concepiti dalla casta?
Ci
auguriamo la riapertura al dibattito sul taglio dei costi della politica e l’imposizione
di un limite ai rimborsi. È l’unico modo per evitare che i nostri cittadini
nelle istituzioni si conformino al ribasso, adeguandosi allo stile di vita troppo comodo del collega e troppo poco
parsimonioso con i soldi pubblici. RIVOLUZIONE fino in fondo.
La
politica deve organizzare e condurre lo stato. In teoria. In pratica la
politica italiana è solo un gran casino dove quasi tutti cercano di arraffare il
totale e anche di più con conseguente
impoverimento e indebolimento del cittadino, di quel cittadino che
dovrebbero invece servire. La
politica esiste perché esiste il cittadino, la sua necessità di essere
salvaguardato dai disastri ambientali, dalle crisi economiche, dalle malattie. La politica fu in primo luogo l’arte di
impedire alla gente di immischiarsi in ciò che la riguarda. In un’epoca
successiva si aggiunse l’arte di costringerla a decidere su ciò che non
capisce. (Paul Valéry).
Oggi il cittadino ha modo di informarsi con
strumenti diversi dalla Tv. Ha modo di informarsi dal pc o semplicemente
scendendo in piazza a parlare con un altro cittadino ma questa volta nelle
istituzioni.
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